L’artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni. Sua caratteristica distintiva, l’usura della cartilagine che progressivamente coinvolge l’osso, la membrana sinoviale, la capsula, i tessuti e i muscoli periarticolari. Ormai l’artrosi è considerata non più come un singolo processo morboso, quanto un insieme di condizioni sostenute da molteplici fattori eziologici, che si esprimono in maniera simile sotto il profilo biologico, morfologico e clinico. Tra i maggiori fattori di rischio si annoverano: età, sesso, familiarità, obesità, dismetabolismi, razza e ambiente, traumi, lavoro e sport, vizi di postura, displasie, flogosi. Appare evidente come alcuni fattori di rischio non siano modificabili, mentre altri possono essere migliorabili e quindi prevenibili. Accanto ad aspetti prevalentemente degenerativi, con il disturbo si hanno anche segni più o meno intensi di flogosi. Insieme a ingrossamento e deformazioni articolari, la cartilagine dell’articolazione colpita, presenta specifiche alterazioni con assottigliamento, fissurazione, formazione di osteofiti e zone di osteosclerosi subcondrale; la membrana sinoviale appare iperemica e ipertrofica e la capsula edematosa e fibrosclerotica. Numerose sono le sostanze coinvolte nei processi lesivi (enzimi, citochine, prodotti proflogogeni), a cui però si affiancano sostanze che intervengono nei meccanismi di difesa (inibitori enzimatici delle metalloproteasi, inibitori degli attivatori del plasminogeno, fattori di crescita, alcune citochine antiinfiammatorie). Per contrastare il problema si può ricorrere a prodotti erboristici a base ad esempio di Arpagofito che ha proprietà analgesiche. L’Olmaria poi, contiene salicilati, principalmente aldeide salicilica (70%), tannini, flavonoidi (0,5%) ed olio essenziale. I salicilati potrebbero conferire alla droga gli effetti analgesici, antipiretici ed antinfiammatori per cui è stata tanto utilizzata in passato.
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